[…] Li guardò arrampicarsi per la scarpata con tutti i loro bagagli.
“Ci vuole schiena per quel mestiere lì”- mormorò Cidrolin.
“Torneranno?”- chiese Lamelia.
“Credo di no. No, non torneranno più. Che me ne viene?Sono appena partiti ed è tanto se mi ricordo di loro.
Eppure esistono, meritano di esistere, non c’è dubbio. Non torneranno mai più a smarrirsi nel labirinto della mia memoria. E’ stato un incidente senza importanza. Ci sono sogni che si snodano come incidenti senza importanza, cose che nella vita ad occhi aperti neppure se ne riterrebbe il ricordo, eppure ti occupano al mattino quando li afferri mentre si spingono in disordine contro la porta delle palpebre. Avrò sognato?”
(tratto da “I fiori blu”, Raymond Queneau)
A VOLTE I SOGNI TORNANO
e’ la seconda occasione
L’importante è non lasciarla scivolare.
Labirinto della memoria… sogni… credo che spesso un topo inizi a chiamare la sua gabbia casa per non sfigurare con il suo parone o con i randagi. Così qualcuno chiama sogni ciò che desidera ma che non ha la forza relizzare.
…Inerzia. E’ la peculiarità umana che più mi disturba.
Ti voglio bene, Da’, ci sentiamo.
il sogno e’ spazio aperto
legge di gravita’, per esempio:
la decidi tu
Il sogno uno spazio aperto? Sarebbe come dire che abbiamo la possibilità di forgiare quello che ci circonda? Piano, piano non siamo taumaturghi o fatucchieri, il sogno è la cosa più chiusa e persona che possediamo, è il limite ultimo della nostra coscienza e l’esistenza del sogno ci rivela quale sia la nostra reale natura. Ed è l’animo che comanda i sogni che ci plasma, non il contrario.
Noi siamo forgiati dal fato nello stesso modo in cui lo forgiamo. Il destino non esiste, ma possiamo davvero fare poco per cambiare il circostanziale, che è molto più potente ed eradicato di un futuro incerto e destinato ad avverarsi.
Sognare, non essere sognati.